Perché oggi si parla di alimentazione complementare (a richiesta o no) piuttosto che svezzamento o divezzamento? Etimologicamente divezzamento significa ‘togliere un vizio’, quello cioè del latte materno, ma il latte materno non è affatto un vizio, l’allattamento al seno costituisce non solo un bisogno nutritivo ma anche di relazione.
Quindi il cibo “altro” per molto tempo e, spesso ancora oggi, viene introdotto come “oggetto” che separa dalla madre, come qualcosa che va a interrompere quella relazione così intima e carnale. Spesso questo momento viene vissuto in maniera negativa non solo per il neonato che rifiuta la forzatura di questo passaggio, ma anche dalla madre che, stabile e sicura della nutrizione e della relazione creata nei primi mesi si trova a doversi muovere in un mondo nuovo (quello del cibo) senza avere più la sicurezza del latte materno.
Uno dei momenti cruciali dell’esogestazione è infatti l’inserimento di cibi differenti dal latte. Intorno all’alimentazione complementare vengono espresse teorie differenti spesso non sostenute da evidenze aggiornate che creano confusione e spesso spingono il bambino a confrontarsi con un processo di sviluppo al quale non è ancora pronto creando così frustrazioni e crisi nei genitori.
Potrete affidarvi a noi per costruire e intraprendere un percorso personalizzato costruito non solo sulle evidenze, ma e soprattutto, su di voi, le vostre abitudini alimentare ed osservando lo sviluppo e la maturazione del vostro bambino.
Approcciarsi a questo in maniera serena e senza pressioni è la base per una relazione sana con il cibo e proprio come dice il detto: “chi ben comincia è a metà dell’opera!”